il mio respiro: danza in alta quota

Nella danza contemporanea, come nell’arte contemporanea in genere, frequentemente si creano performance in site-specific, vale a dire pensati per essere eseguiti in un determinato luogo. Quindi chi crea si confronta con lo spazio a disposizione, e il risultato sarà il racconto di questo dialogo con l’ambiente.

Se parliamo di danza questo spazio può essere convenzionale come un teatro o meno.

Da qualche anno mi interesso alla pratica di unire la danza all’outdoor. Nella montagna rivedo l’immagine della libertà, di una bellezza che toglie il fiato, che però è fortemente connessa a un senso di responsabilità. La montagna va conosciuta e, in questo senso, sicuramente è preziosa l’esperienza di coloro che la vivono ogni giorno, che ci lavorano, con i quali è molto utile confrontarsi. 

 
 

valle d’aosta: l’inizio

Durante le mie visite per lavoro in questa regione, ho avuto il privilegio di essere al cospetto di un patrimonio naturale molto potente, com’è quello della montagna, che mette a nudo e riproporziona rispetto agli ambienti antropizzati e comodi che mediamente siamo abituati a frequentare. Si tratta di un contatto onesto e diretto con l’ambiente, che non può non portare a determinate riflessioni, in primis su noi stessi. 

Nel mese di Agosto 2023 ho avuto l’ opportunità di sperimentare la mia ricerca insieme al fotografo Mirko Fin e al videomaker Danny Rambaldo, nell’area di Pavillon du Mont Fréty dove ha sede il Giardino Botanico Alpino Saussurea, a 2175 m. s.l.m., grazie alla concessione di Skyway Monte Bianco e successivamente presso il Ghiacciaio del Flambeau , 3250 m. s.l.m., in questo caso accompagnata da una guida alpina, Simone Origone.

 

il mio respiro

Questo progetto che mi porta a danzare a stretto contatto con la montagna si intitola il mio respiro e, coinvolgendo diverse figure professionali al suo interno, si muove con due scopi principali: 

  • La messa in discussione di me stessa come persona e come atleta: portare avanti la ricerca legata alle neuroscienze sulle capacità di adattamento del corpo in contesti complessi, comprendere come il cervello si attivi per generare il movimento in luoghi con differente ossigeno, pressione e temperatura. Capire come tale ricerca possa trasformarsi in performance artistica, usando il linguaggio della danza contemporanea, il mio strumento. Tutto questo è legato anche al tema della sicurezza in montagna che purtroppo viene frequentemente sottovalutato. Io stessa non potrei danzare in quota senza considerare quest’importante questione.

  • Ricordarci di trovare momenti di respiro nel nostro quotidiano, soprattutto in ambienti naturali e all’aria aperta. 
    Sono spazi che ci regalano tanto con la loro potenza e poesia, ma che si mostrano anche nella loro vulnerabilità, come nel caso della montagna. Imparando a conoscere questi luoghi, finiamo col conoscere di più anche noi stessi. Quando si opera in site-specific ci si fonde con l’ambiente che si sceglie, ci si mette in ascolto e si accolgono determinati input, che sicuramente prendono un loro spazio anche nella mia ricerca e, conseguentemente, nella performance. Il luogo stesso diventa fonte di ispirazione artistica e spazio di creazione, grazie alla possibilità di sperimentare il movimento in uno spazio ricco di peculiarità uniche e in continuo cambiamento, ai racconti di coloro che la vivono quotidianamente e ne possono tramandare l’ esperienza.

 
 
 

credits

Concept e Coreografia: Lucia Salgarollo

Performance: Lucia Salgarollo

Musiche: autori vari

Guida Alpina: Simone Origone

Video e Sound Design: Danny Rambaldo

Fotografia: Mirko Fin

Comunicazione: Mirko Fin, Giulia Giarola

Coordinamento e supporto alle attività: Stefano Bertoldi

Un ringraziamento particolare a Skyway Monte Bianco per la concessione degli spazi per le riprese e il supporto logistico.